diaspora e sviluppo

Nel week end 27-28 novembre 2021 abbiamo partecipato come formatori, insieme allo staff della coop Asdikae bila Houdoud (ABH), a una formazione volta all’inquadramento e supporto delle donne artigiane del douar (villaggio) Tajda, nel comune di Tarmigte, a 12 Km dalla cittadina di Ouarzazate, 75.000 abitanti, nel sud est desertico del Marocco. Località conosciuta più che altro per gli studi cinematografici spesso utilizzati anche da importanti produzioni hollywoodiane che sfruttano la suggestività del deserto.

La squadra di formatori era composta da Mohamed Rafia Boukhbiza, membro del direttivo di SIP e attuale presidente della coop ABH, Consuelo Paris, anch’essa dirigente di SIP e preziosa segretaria di ABH, e Halima Boutaibi, presidente uscente di ABH e dirigente della cooperativa rurale Taymate di Timoulilt (Azilal, Medio Atlante), pluripremiata per la produzione artigianale di olive.

Il sorriso di soddisfazione dei formatori sulla via del ritorno!

L’evento formativo era stato voluto e organizzato dai gestori dello splendido Ecolodge La Palmeraie: Adel e Camille, una coppia mista coraggiosa e intraprendente, che ha visto nel piccolo terreno di famiglia di Adel, all’interno della fiorente oasi alle porte di Ouarzazate, un potenziale volano di sviluppo centrato sulla tutela e valorizzazione delle ricchezze naturalistiche e culturali del territorio. ABH collabora già da anni con l’ecolodge, il quale spesso ospitava (prima della pandemia) i visitatori italiani e francesi organizzati da ABH, in collaborazione con ViaggieMiraggi e Double Sens, ed ha aperto nei suoi locali la prima “Vetrina delle eccellenze” che offre ai visitatori una ricca scelta dei prodotti tipici del Marocco forniti dai piccoli produttori coordinati dalla Rete Mediterranea per lo Sviluppo e l’Economia Sociale e dal circuito Maroc Nature Culture coordinato da ABH. Insomma, una storia di fiducia, di reti di collaborazione e di unità di visione. Adel e Camille, dunque, hanno chiesto ad ABH di aiutare le donne del loro circondario, abilissime artigiane ma non organizzate, a strutturarsi meglio e immaginare una vera e propria filiera per i loro prodotti, per lo più tessili. E hanno fatto di più: hanno proposto di prendere in carico per il primo anno i costi di un locale per la costituenda cooperativa!

Adel presenta la sua proposta alle donne nel salone dell’Ecolodge

Queste donne contadine hanno capito che i loro preziosi saperi artigianali tramandati da generazioni, come la tessitura dei tappeti in lana locale, la creazione di accessori e utensili in foglie di palma, il cuscus, il ricamo ecc., non possono rimanere limitati al lavoro domestico individuale, ma è necessario unirsi in una pratica operata collettivamente. Per venire alla formazione si sono organizzate in due gruppi “di vicinato”, uno ha frequentato di mattina e l’altro di pomeriggio, in modo da riuscire a gestire collettivamente il lavoro di cura dei bambini e anziani che rimanevano al villaggio: un inizio che fa molto ben sperare sulla loro capacità di autorganizzarsi! La maggioranza delle partecipanti non aveva mai frequentato nessuna scuola (un problema ancora molto presente nelle campagne in Marocco), tranne due ragazze più giovani: in seno alla riunione è quindi nata la splendida idea di organizzare uno scambio di saperi tra donne in modo più strutturato, con le giovani studentesse a fare alfabetizzazione e le donne più anziane a fare formazione alle giovani sulle tecniche artigianali

Le partecipanti espongono le loro opere

La nostra squadra ha portato alle donne di Tajda la ricca esperienza di SIP e ABH testimoniando sia il percorso di sostegno della diaspora (SIP), sia l’esperienza della coop ABH nel campo del turismo responsabile e del commercio equo, sia anche l’esempio della cooperativa Taymate di Timoulilt, che ha saputo valorizzare con successo un prodotto tipico del proprio territorio, e l’importanza di fare rete, cooperare con altre realtà e altri territori, nello specifico partecipando alla Rete Mediterranea.

Halima Boutaibi

Dal canto nostro, 26 anni di esperienza e la realizzazione di un sogno: vedere questa esprienza farsi strumento educativo per la nuova generazione nata in Italia e, ancora piu importante, rendere questa esperienza strumento formativo a favore delle donne rurali che lottano per l’autonomia e per una economia indipendente. E’ il caso delle donne del Douar Tajda.

Mohamed Rafia Boukhbiza

In ogni paese europeo ci sono appelli per progetti di cooperazione internazionale quasi sempre accessibili – o conosciuti – solo dalle Ong (Organizzazioni Non Governative) le quali, in oltre 40 anni di storia si sono spesso evolute in qualcosa di molto diverso delle loro origini: una spece di “imprenditoria del settore” per la quale, mediamente, i criteri di impresa prevalgono su quelli della solidarietà internazionale e la specializzazione sulla visione d’insieme.

Consuelo Paris

Quello che noi abbiamo imparato frequentando associazioni italiane impegnate nella cooperazione decentrata come Mani di Parma, invece, è che è del tutto possibile essere protagonisti come Diaspora (cioè organizzazioni di migranti nei paesi europei) per lo sviluppo del nostro paese. Questa è la scommessa che noi abbiamo assunto per interi anni di attività e da questo impegno sono nate reti di cooperative e associazioni a livello nazionale promosse dalla dispora – cioè da noi! Con le donne del douar Tajda il progetto è di sensibilizzare sulle potenzialità di questa esperienza la diaspora originaria di Ouarzazate e dintorni in occasione della Giornata nazionale per i Marocchini del Mondo, che sarà il prossimo 10 agosto 2022. Facciamo quindi appello a quanti provengono da quell’area per attivarsi come noi per il protagonismo femminile locale!

Mohamed parla dell’attivismo della diaspora

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